Differenze tra Etiopatia e Osteopatia

ETIOPATIA:

Terapia manuale, creata e sviluppata in Francia da Christian Trédaniel (1934 – 2011), basata sull’analisi e la comprensione dei fenomeni patologici, che si pone l’obiettivo di identificare e trattare, con tecniche esclusivamente manuali e senza alcun altro tipo di supporto (es. farmaco), la causa primaria di un disturbo piuttosto che l’eliminazione diretta dei suoi effetti. La parola ETIOPATIA deriva letteralmente da “Etio” (causa) e “Pathos” (sofferenza). Nel 1979 nasce a Parigi il primo istituto di Etiopatia.
Il concetto diagnostico di tale disciplina si basa sul rigore del ragionamento e si fonda su 3 solide basi: SISTEMICA, CIBERNETICA e LEGGE DI CAUSALITA’.
LEGGE DI CAUSALITA’: principio filosofico secondo cui esiste una determinata causa per ogni effetto. Anche nel corpo umano ogni disturbo, sofferenza, sintomo o segno, ha una precisa origine, pertanto compito dell’etiopata è quello di ricercare la causa, ovvero la “lesione primaria” da cui tutto trae origine.
La diagnosi etiopatica si fonda prevalentemente sull’anamnesi ed il ragionamento (origine, tipo e localizzazione del disturbo, eventuale irradiazione, fattori aggravanti o allevianti, possibili altre patologie, ecc.) cui fanno seguito la palpazione ed il trattamento manuale, entrambi basati su approcci strutturali, viscerali, craniosacrali, circolatori, ecc.
SISTEMICA: metodo di analisi scrupoloso che considera il corpo umano come un grande sistema costituito, a sua volta, da tanti sotto-sistemi (es. sistema cardiocircolatorio, respiratorio, articolare, muscolare, nervoso, endocrino, gastro-enterico, ecc.) e da diversi sotto-sotto-sistemi. Ciascuno dei sistemi, a qualunque livello, può comunicare con tutti gli altri, utilizzando il sangue, gli ormoni, il sistema nervoso, ecc. La Sistemica corrisponde all’applicazione della Cibernetica agli esseri viventi.
CIBERNETICA: disciplina che si occupa, globalmente, dello studio di tutti i meccanismi di informazione, comunicazione e controllo dei vari sistemi complessi. L’etiopatia considera fondamentale la nozione di globalità perché ritiene il corpo come un grande ed unico sistema.

Storicamente, l’etiopatia si ispira al “reboutement”, una tradizione manipolativa tramandata di generazione in generazione (Trédaniel, 2005), ovvero un approccio ancestrale praticato ed insegnato dalle civiltà egizia, cinese, indiana, greca e romana, fino ai giorni nostri, che si avvale di varie tecniche manuali (es. impilamento, blocco, pressione, ecc.). Il rebouteux è “colui che rimette insieme le ossa” (Trédaniel, 2005), che ripristina, rimette in ordine e ristabilisce la continuità di ciò che è stato rotto o
disarticolato.
“L’etiopatia è considerata la medicina del futuro, un metodo originale e tradizionale allo
stesso tempo che introduce una moderna metodologia scientifica ed inaugura un modo nuovo di comprendere ed affrontare le patologie umane”.
L’etiopatia amplia il campo di applicazione del trattamento manuale, finora limitato ai soli disturbi muscolo-scheletrici, e tratta patologie prima inaccessibili all’intervento manuale (es. disturbi funzionali, circolatori, otorinolaringoiatrici, digestivi, ginecologici, neurologici, ecc.).

LE COMPETENZE DELL’ETIOPATA
È necessario che l’etiopata conosca tutte le materie tipiche della disciplina:
TEORICHE:
biologia, fisica, biomeccanica, chimica, biochimica, statistica medica, embriologia, istologia, anatomia, fisiologia, psicologia, semeiotica medica, igiene, microbiologia, diagnostica per immagini, neurologia, ortopedia, gastroenterologia, endocrinologia, odontoiatria, ORL, oculistica, nutrizione, ginecologia, nefrologia, urologia, ostetricia, cardiologia, pneumologia, pediatria, geriatria, medicina d’urgenza e BLS, principi di etiopatia, storia della medicina moderna e deontologia professionale.
PRATICHE:
anatomia palpatoria, anatomia funzionale e clinica, approccio etiopatico ai sistemi muscolo-scheletrico (arto inferiore e superiore, bacino, rachide e coste), viscerale (cardio-respiratorio, gastro-enterico e uro-genitale), cranio-sacrale e mio-fasciale. Previsto anche tirocinio clinico, clinica etiopatica e metodologia della ricerca.

LA SEDUTA DI ETIOPATIA
La seduta di Etiopatia si compone di 4 fasi:
ANAMNESI: conoscenza dettagliata dei sintomi del paziente, delle aree corporee sofferenti, della presenza di eventuali disturbi funzionali e di tutti gli aspetti generali legati alla salute (stile di vita, possibili altri traumi e/o interventi chirurgici affrontati, eventuali patologie esistenti, ecc.);
ESAME CLINICO: valutazione rigorosa che permette, insieme all’anamnesi del paziente, di comprendere la causa sottostante dei vari disturbi;
EVOLUZIONE DELLE CONDIZIONI CLINICHE: controindicazioni al trattamento, segni e sintomi che meritano approfondimenti presso altri professionisti competenti;
TRATTAMENTO: intervento terapeutico attraverso l’uso delle tecniche manuali etiopatiche più appropriate ai problemi del paziente, partendo sempre dalla lesione primaria (causa). L’approccio è essenzialmente di tipo meccanicistico.
Dopo le 4 fasi precedentemente descritte è possibile fornire eventuali suggerimenti al paziente affinché migliori il suo stile di vita ed eviti di incorrere negli stessi errori che sono stati causa dei suoi disturbi e delle sue sofferenze. In questa fase è prevista anche la programmazione di eventuali altri incontri.
L’etiopatia risulta particolarmente indicata per il trattamento di:
Disturbi otorinolaringoiatrici: sinusite, rinite, rinofaringite, otite sierosa, vertigini parossistiche benigne, ecc.
Disturbi del rachide: nevralgia di Arnold, nevralgia cervico-brachiale, torcicollo, cervicalgia, dorsalgia, dolore intercostale, lombalgia acuta e cronica, cruralgia, sciatica, pubalgia, ecc.
Disturbi muscolo-scheletrici: distorsioni, stiramenti, tendiniti (es. epicondiliti ed epitrocleiti), tunnel carpale, tunnel tarsale, dolori articolari (spalle, gomito, anche, ginocchia, ecc.), speroni calcaneari, algo-distrofie, ecc.
Disturbi in gravidanza: nausea, vomito, lombalgia… preparazione al parto;
Disturbi respiratori: tracheite, bronchite, asma, ecc.
Disturbi digestivi: gonfiore, aerofagia, digestione lenta, reflusso gastro-esofageo (ernie iatali), affezioni funzionali del colon (stitichezza, diarrea, spasmi), disturbi epato-biliari, emorroidi, ecc.
Problemi urinari: cistite, disturbi della prostata, incontinenza, enuresi, ecc.
Disturbi ginecologici: normalizzazione del ciclo, mestruazioni dolorose, infertilità, disturbi della menopausa, discesa d’organo, ecc.
Disturbi circolatori: palpitazioni, costrizione toracica, gambe pesanti, malattia di Raynaud, ecc.
Disturbi generali: mal di testa, emicrania, insonnia, ansia, herpes zoster, ecc.
Alcune delle tecniche usate nel trattamento etiopatico:
Tecniche per i sistemi organici e circolatori (Trédaniel, 2009): cardias, piloro, duodeno, cistifellea, dotto biliare comune, sfintere di Oddi, milza, fegato, reni, prostata, tonsille, osso ioide, tiroide, ghiandole salivari, gangli linfatici, ecc. ;
Tecniche per cute, muscoli, legamenti, aponeurosi, capsule (Trédaniel, 2008);
Tecniche per il sistema articolare vertebrale (Charles Aemmer, 1981): occipitali, cervicali, cervico-toraciche, toraciche, toraco-lombari, lombari, lombo-sacrali, sacrali, iliache, pubiche, coccigee, costali e sternali;
Tecniche per il sistema articolare periferico (Franceschi, 2009): costo-clavicolari, acromio-claveari, gleno-omerali, omerali, radio-omerali, radio-carpali, metacarpali, coxo-femorali, femoro-tibiali, tibio-tarsali, sub astragaliche, ecc.
Altre tecniche della disciplina sono state descritte nell’Atlante delle Tecniche
Meccanicistiche Etiopatiche:

manipolazione;
sedazione;
riduzione;
rotazione;
pressione;
stretching;
tensione;
percussione;
compressione;
detensione articolare con azione specifica su tendini o legamenti;
manovre di altro tipo.

L‘approccio manuale etiopatico, essenzialmente meccanicistico e sistemico al corpo umano, è simile all’osteopatia, ma si basa su un diverso corpo di teorie di seguito descritte.

OSTEOPATIA

L’Osteopatia nasce negli Stati Uniti d’America, nel 1874, grazie al Dott. Andrew Taylor Still, medico di formazione classica. A.T. Still fu tra i primi a comprendere le diverse relazioni esistenti tra la struttura e la
funzione e nel 1892, forte delle sue intuizioni, fondò l’American School of Osteopathy, la prima scuola di Osteopatia mondiale con sede a Kirksville, una città del Missouri.
Il fondatore dell’osteopatia parte da alcuni concetti fondamentali: il ruolo della struttura (che governa la funzione), della funzione (che regola la struttura), il compito dell’arteria (ruolo supremo, il più importante, inteso come libera circolazione dei fluidi corporei: sangue venoso, arterioso, linfa, liquor, ecc.) e il ruolo armonico dei 5 diaframmi (cranico, buccale, toracico superiore, toracico inferiore e pelvico, responsabili della salute circolatoria, respiratoria, viscerale, posturale, metabolica, ecc.).
Le tecniche manipolative di A.T. Still si concentrano sulla manipolazione della struttura corporea (disfunzione somatica) intervenendo indirettamente su altri livelli (strutturale, viscerale, fasciale, nervoso…). Uno dei principi essenziali su cui si fonda questo approccio terapeutico è la visione
olistica del corpo umano, vale a dire un insieme di funzioni e strutture che devono necessariamente mantenere l’equilibrio (omeostasi).
Secondo A.T. Still la salute esiste grazie ad una costante armonia tra corpo, mente e spirito ed al rapporto ottimale tra equilibrio, comfort ed economia energetica, per cui l’osteopata dovrà ricercare, testare e trattare manualmente gli ostacoli compromettenti questi parametri, per ripristinare, attraverso la normalizzazione delle funzioni vitali, il benessere dell’individuo.
La disfunzione somatica dell’apparato muscolo-scheletrico, secondo A.T. Still, è una restrizione di mobilità che il terapeuta manuale può rilevare grazie ad una attenta osservazione e per mezzo della palpazione.
Il DPR 7 luglio 2021 n. 131 definisce l’osteopata: “professionista sanitario, in possesso di laurea triennale universitaria abilitante o titolo equipollente e dell’iscrizione all’albo professionale, che svolge in via autonoma, o con altre figure sanitarie, interventi di prevenzione e mantenimento della salute attraverso il trattamento osteopatico di disfunzioni somatiche, non patologiche, nell’ambito dell’apparato muscolo-scheletrico”.
L’osteopata si avvale di approcci e tecniche osteopatiche esclusivamente manuali, non invasive ed esterne, adeguate al paziente ed al contesto clinico; promuove e pianifica le azioni educative del paziente anche in collaborazione con altri professionisti; invia il paziente al medico competente quando i sintomi persistono o peggiorano.
L’osteopata svolge la sua attività professionale, di ricerca, formazione e consulenza, in strutture sanitarie o socio-sanitarie, pubbliche o private, in qualità di dipendente o libero professionista.

Le competenze dell’osteopata:
Il corso di laurea triennale di osteopatia è in via di definizione per cui non si conoscono ancora, in modo ufficiale, le competenze teoriche e pratiche (materie di base, caratterizzanti ed integrative) che lo studente dovrà possedere, né le ore di tirocinio clinico che dovrà svolgere presso le varie strutture autorizzate.

La seduta di Osteopatia è così strutturata:
ANAMNESI: localizzazione del dolore, tipologia ed eventuale irradiazione, esordio dei segni e sintomi, stato di salute generale del paziente, altre malattie, ecc.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE: controindicazioni al trattamento (approfondimenti di carattere medico specialistico);
VALUTAZIONE: osservazione e test utili ad individuare tutte le possibili disfunzioni responsabili dell’alterazione dello stato di salute del soggetto esaminato;
TRATTAMENTO: applicazione di tecniche manuali senza alcun ausilio strumentale o farmacologico;
CONSIGLI E SUCCESSIVI INTERVENTI: suggerimenti utili al mantenimento della salute e programmazione eventuali altri incontri.
L’osteopatia, come detto, divenuta professione sanitaria in Italia, tratta solo le disfunzioni somatiche, non patologiche, che coinvolgono l’apparato muscoloscheletrico (ossa, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti, capsule, aponeurosi, fasce, ecc.) avvalendosi di tecniche come:
mobilizzazione delle articolazioni;
tecniche intraossee;
tecniche sui tessuti molli;
release mio-fasciale e posizionale;
tecniche HVLA;
tecniche di Mitchell;
unwinding;
bilanciamento legamentoso (BLT);
tecniche in ambito craniale;
tecniche di Still, ecc.

DISCIPLINE A CONFRONTO:

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